A Carpasio si giunge tramite bella strada che si snoda tra boschi di ulivi e di alto fusto, tra pascoli di alta quota e laghetti e cascate, sino a giungere sul crinale (dove passava la preistorica Via Marenca degli antichi liguri) che offre vasti panorami di straordinario valore paesaggistico che spaziano sulle valli imperiesi, dalle Alpi Marittime al mare, nonché uno spettacolare esempio di antropizzazione del territorio con le sue fasce con muri a secco e le caratteristiche “caselle”, ripari in pietra di forma circolare con copertura a volta. Il borgo si presenta con le sue case in pietra, le sue viuzze e i suoi archivolti, offrendo un’affascinante esempio di architettura di montagna con i tetti in “ciappe” di pietra, notevole esempio di un’ancestrale tecnica costruttiva. Il paese appartenne in origine ai Conti di Ventimiglia, passando poi, nel 1455, ai Lascaris di Tenda per approdare un secolo più tardi tra i domini di Casa Savoia di cui seguì le sorti sino all’Unità d’Italia. La parrocchiale di Sant’Antonino martire, dal particolare campanile medievale a torre, è un edificio ad aula unica in stile tardobarocco che contiene alcune interessanti tele di pittori locali, mentre sulla piazza antistante si notano i resti della primitiva chiesa e l’oratorio, che presenta in facciata un bassorilievo con la scena dell’Annunciazione; infine a poca distanza dal paese sorge il santuario della “Madonna di Ciazima”. Carpasio durante l’ultima Guerra Mondiale fece da scenario alla cruenta battaglia di Monte Grande tra truppe tedesche e partigiani che ha segnato in maniera indelebile la gente del luogo che ha voluto ricordare i fatti nell’interessante Museo della Resistenza, in frazione Costa, ubicato in un antica casa contadina in pietra.
Specialità di Carpasio è il “pan d’ordiu”, pane a base di orzo, che si consuma ammorbidito in acqua e quindi condito con aglio, pomodoro e acciughe.